12 Aprile 2024
TRACCIABILITA’: COLDIRETTI MOLISE, PARTE ANCHE IN REGIONE LA RACCOLTA FIRME PER L’ETICHETTA D’ORIGINE IN TUTTA EUROPA

SI PORTA’ SOSTENERE L’INIZIATIVA NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA E NEGLI UFFICI ZONA COLDIRETTI

E’ partita anche in Molise la raccolta firme per chiedere una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza del cibo sulle tavole italiane. Dopo l’annuncio dato durante il presidio al Brennero, cui hanno preso parte anche oltre 100 imprenditori agricoli e zootecnici molisani, dove sono state raccolte le prime sottoscrizioni, ora l’obiettivo di Coldiretti è arrivare a quota un milione di firme.

“Abbiamo lanciato questa iniziativa - spiega il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa - per dire basta ai prodotti importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue”.

“L’iniziativa – precisa il Direttore regionale dell’Organizzazione, Aniello Ascolese - potrà essere sostenuta negli Uffici Zona di Coldiretti, presenti su tutto il territorio regionale, nei mercati di Campagna Amica di Campobasso ed Isernia e negli agriturismi aderenti a Terranostra, oltre che nelle occasioni di incontro con il pubblico organizzate dai movimenti Donne, Giovani e Senior. La raccolta firme viene inoltre promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly. Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini ed il futuro dell’agroalimentare tricolore Coldiretti chiede anche maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola.

“Basti pensare – aggiunge Claudio Papa – ai recenti casi di prodotti fermati al confine: gli asparagi ungheresi diretti nel veronese, il latte tedesco nel trevigiano, i formaggi belgi nel vicentino; i valichi e i porti non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto. Lo facciamo con convinzione – prosegue il Presidente di Coldiretti riferendosi alla raccolta firme – per la tutela del lavoro dei produttori italiani, della salute dei cittadini, contro l’illegalità e le frodi alimentari per una nuova politica europea trasparente, omogenea e per reclamare l’urgente revisione e l’aggiornamento del Codice Doganale che permette a tutti i prodotti stranieri di diventare italiani solo con una minima lavorazione nel nostro Paese”.

“La raccolta firme - sottolinea Adamo Spagnoletti, vice Presidente regionale dell’Organizzazione - rappresenta un modo concreto per rendere nota la situazione attuale a quanti più cittadini possibile, chiedendo loro un sostegno, quello della firma, per procedere nei nostri obiettivi sopra elencati a fronte di un placet diffuso da cittadini informati, stanchi di essere raggirati”.

“E’ necessario – sottolinea ancora Papa - anche lo stop all'importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto essiccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo”.

Questa mobilitazione è anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto si mette nel piatto.

Inoltre, pesa anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

“Ogni singola firma apposta nella casella del modulo – conclude Claudio Papa – rappresenta un valore importante, per questo contiamo sulla responsabilità di ognuno, ma anche sull’appoggio di altri Paesi dell’Unione Europea per costringere la Commissione di Bruxelles a normare in modo diverso e tracciabile le etichettature nel settore alimentare”.