11 Dicembre 2019
LA PIA UNIONE E L’AUMENTO DEI CANONI DI FITTO: COLDIRETTI MOLISE, INCOMPRENSIBILE SILENZO SULLA QUESTIONE

IL DIRETTORE ASCOLESE: L’ORGANIZZAZIONE DISPONIBILE AL DIALOGO MA PRONTA ANCHE ALLA PROTESTA 
Coldiretti Molise torna sull’annosa questione dell’aumento dei fitti dei terreni agricoli stabilito dalla Fondazione “Pia Unione SS. Annunziata” di Venafro. A distanza di 10 giorni dall’invio della missiva indirizzata al presidente della Fondazione, avv. Nicandro Vizoco, con la quale l’Organizzazione criticava aspramente l’eccessivo aumento dei canoni di fitto per i terreni agricoli, nessuna risposta è giunta dalla Pia Unione.
La Coldiretti aveva evidenziato che i nuovi canoni “penalizzavano in maniera spropositata le imprese agricole affittuarie essendo questi  non appropriati rispetto alla effettiva redditività delle aziende, soprattutto zootecniche che utilizzano i terreni seminativi per ricavarne, in generale,  foraggere e cereali  necessari all’alimentazione del bestiame”.
Inoltre, l’aumento sproporzionato deliberato sui “seminativi” creerebbe un effetto a catena sul mercato degli affitti sull’intero territorio venafrano, causando un vero e proprio terremoto dagli effetti estremamente negativi per centinaia di imprese ed innestando aumenti speculativi.
Una decisione, questa dell’aumento dei canoni, assunta dalla Fondazione anche dopo che l’Organizzazione ha incontrato i vertici della Fondazione per due volte nell’ultimo periodo spiegando le ragioni degli agricoltori e auspicando una soluzione che potesse conciliare le esigenze di entrambe le parti.
“Purtroppo – osserva il direttore della Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – sulla questione è calato il silenzio, nonostante una manifesta disponibilità al dialogo della Pia Unione, e la contestuale presa di posizione della Coldiretti che è pronta a mettere  in campo azioni di protesta, così come ci viene richiesto dai nostri agricoltori”.
“D’altra parte – conclude Ascolese  - di fronte al prolungarsi del silenzio, resta l’auspicio che esso possa essere dovuto ad una volontà di meglio riflettere, da parte del Consiglio della Fondazione, nel senso di voler considerare ed accogliere le richiesta pervenute dalla nostra Organizzazione”.