IL PRESIDENTE DE ANGELIS, SI POSSONO CONTRASTARLE CON LA FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA
IL DIRETTORE MILO METTE IN GUARDIA DAL FENOMENDO DELL’ITALIAN SOUND
Il volume d’affari delle agromafie, ovvero delle attività della criminalità organizzata nel settore agroalimentare, ammonta oggi a 12,5 miliardi di euro; una cifra, questa, che corrisponde al 5,6% dell’intero business criminale. Questo il dato i maggior rilievo emerso dal Primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, realizzata da Coldiretti e Eurispes e presentata a Roma alla presenza del presidente di Coldiretti, Sergio Marini, e di diversi magistrati fra cui: il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, Donato Ceglie, della Procura della Repubblica di S. Maria Capua Venere, Luca Palamara, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Raffaele Guariniello (Procura della Repubblica di Torino), fino ad Antonio D’Amato (Procura della Repubblica di Napoli) e Vincenzo Macrì (Procuratore Generale della Repubblica di Ancona).
Alla presentazione del rapporto erano inoltre presenti, insieme con il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, anche il Generale di Divisione della Guardi di Finanza, Luciano Carta, il Generale Cosimo Piccinno, dell’Arma dei Carabinieri, Giuseppe Peleggi, Direttore Generale Agenzie delle Dogane, Giuseppe Serino, Ispettore Capo del Dipartimento Repressioni Frodi Mipaaf e Giuseppe Vadalà, primo dirigente del Corpo Forestale dello Stato.
“Come sottolineato dal nostro presidente nazionale Sergio Marini – ha affermato il presidente regionale della Coldiretti del Molise, Amodio De Angelis - Il problema dell’Agromafia non tocca solo l’economia italiana, la sicurezza alimentare, i produttori e i consumatori, ma mina il futuro del Paese, in quanto – ha specificato - le attività criminali vanno a colpire le prospettive fondamentali di un Paese che oggi deve decidere quali sono le linee di competitività per confrontarsi in un mercato sempre più globale. Per questo – ha spiegato De Angelis - l’impegno di Coldiretti c’è e continuerà ad esserci. Il progetto che abbiamo attivato per creare una filiera agricola italiana – ha aggiunto il presidente - mira infatti ad accorciare la filiera per restringere gli spazi in cui la malavita si può organizzare, trasferendo il valore aggiunto al consumatore e al produttore, contribuendo nel contempo a svincolare quest’ultimo da quegli elementi di difficoltà che rischiano di farlo cadere vittima della criminalità”.
Infine, un plauso ed un appello ad una sempre più efficace azione di controllo sui prodotti e sulla loro provenienza arriva dal direttore regionale della Coldiretti del Molise, Angelo Milo, che ha posto l’accento anche sul pericolo rappresentato dall’Italian Sounding, costituito dai prodotti che ricordano nel nome o nella confezione il Made in Italy ma sono fatti con materia prima estera. “Un giro d’affari – ha osservato il direttore - che supera i 60 miliardi di euro all’anno. Per riportare in pari la bilancia del commercio con l’estero – ha concluso Milo - basterebbe recuperare quote di mercato per appena il 6,5% del valore dell’italian sounding”.
Ufficio Stampa e Comunicazione