26 Aprile 2011
LA COLDIRETTI DA IL VIA ALLA ‘VERTENZA ZOOTECNICA’

IL PRESIDENTE DE ANGELIS, E’ BASSISSIMO IL GUADAGNO DEGLI ALLEVATORI SUI PREZZI AL DETTAGLIO
IL DIRETORE MILO, BISOGNA DARE RISPOSTE AGLI ALLEVATORI 
La Coldiretti lancia la ‘vertenza zootecnia’. Il settore soffre infatti di una forte crisi causata dall’aumento dei costi di produzione degli allevamenti nazionali dove, per effetto del rincaro delle materie prime, si spende il 19% in più per i costi dei mangimi. “A pesare negativamente sul bilancio delle aziende – spiega il presidente regionale della Coldiretti del Molise, Amodio De Angelis – sono: oltre al boom dei costi dei mangimi, anche la riduzione dell’assistenza tecnica agli allevamenti, gli obblighi insostenibili previsti dalla direttiva nitrati, la scarsa valorizzazione delle produzioni ed il continuo furto di valore e di immagine. Tutte difficoltà, queste – evidenzia De Angelis – denunciate anche dall’Associazione Regionale degli Allevatori del Molise, che non stanno risparmiando alcun comparto, dai bovini da latte e da carne ai suini da carne e da allevamento, dalle bufale da latte agli ovicaprini, fino agli avicoli e ai cunicoli”.

“Per questo – gli fa eco il direttore regionale della Coldiretti, Angelo Milo - la Coldiretti ha deciso di  dare il via a una ‘vertenza zootecnia’ mirante a invertire la rotta e dare risposte efficaci alle esigenze manifestate dagli allevatori, a partire dalla revisione delle zone vulnerabili per la direttiva nitrati e dall’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e formaggi fino a carne e salumi derivati dai suini. Gli effetti della direttiva nitrati – precisa poi il direttore Milo - rischiano di creare grossi danni al settore in intere regioni, Molise compreso. Un grave rischio, questo, che si somma ai tagli all’assistenza tecnica degli allevamenti, per la riduzione dei trasferimenti pubblici alle associazioni allevatori, e al perdurare del furto di valore e immagine che subisce la produzione Made in Italy a causa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni di prodotti dall’estero spacciati come nazionali”.

Si viene così a configurare una situazione particolarmente difficile se si considera che: “su ogni euro speso dal consumatore per acquistare carne, latte o uova provenienti da allevamenti zootecnici  nazionali – conclude il presidente De Angelis -  agli allevatori va una bassissima percentuale, mentre per ogni prodotto italiano si sviluppa un finto made in Italy cinque più volte più grande”.

Ufficio Stampa e Comunicazione