20 Luglio 2016
Guerra del grano, Coldiretti Molise in prima linea davanti al Ministero dell’Agricoltura a Roma

Massiccia partecipazione degli agricoltori molisani aderenti a Coldiretti alla manifestazione ribattezzata dalla Coldiretti “la guerra del grano”. Il Molise ha, infatti, portato a Roma un centinaio di imprenditori agricoli che hanno fatto sentire la loro voce contro un abbassamento del prezzo del grano, e dei cereali piú in generale, definito “insostenibile” il cui unico risultato sarà quello di far chiudere altre imprese agricole già messe a durissima prova dalla crisi economica del comparto agroalimentare che da anni sta flagellando l’agricoltura italiana e molisana.

Per questo motivo gli agricoltori molisani aderenti a Coldiretti, guidati dal direttore, Saverio Viola, si sono ritrovati, insieme con altre centinaia di agricoltori provenienti da tutta la Penisola per gridare il loro no alla diminuzione del prezzo del grano.
Nel concreto la Coldiretti chiede: etichettatura obbligatoria della pasta, del pane e dei prodotti da forno, blocco delle importazioni a dazio zero e controlli sul 100% del grano importato. Oltre a ciò la maggiore associazione professionale agricola d’Italia chiede una moratoria bancaria per le imprese cerealicole ed interventi finanziari come anche l'attivazione immediata della Commissione unica nazionale cerealicola. Infine, secondo Coldiretti c'è bisogno di un progetto per l'ampliamento della capacità di stoccaggio dei consorzi agrari oltre che di sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grani italiani.

Le speculazioni che si spostano dalle banche ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli hanno fatto crollare il prezzo del grano su valori che sono inferiori a quelli di 30 anni fa provocando una crisi senza precedenti. E’ quanto emerge dal Dossier preparato dalla Coldiretti per la “guerra del grano” con il blitz di migliaia agricoltori, fra cui decine di molisani, nella Capitale davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX.
Le quotazioni dei prodotti agricoli - sottolinea la Coldiretti - dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre piu’ dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative che trovano nel Chicago Board of Trade il punto di riferimento del commercio mondiale delle materie prime agricole su cui chiunque puo’ investire anche con contratti derivati. Il risultato è che oggi il grano duro per la pasta - continua la Coldiretti - viene pagato anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro del granaio Italia. In pericolo - precisa la Coldiretti - non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera piu’ rappresentativa del Made in Italy mentre - denuncia la Coldiretti - dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%.“Dai campi agli scaffali ci sono dunque margini da recuperare per non far chiudere le aziende agricole e non pesare su un sistema produttivo che ha bisogno del Made in Italy per essere credibile sui mercati nazionali ed esteri” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre investire nella programmazione strutturale per non perdere definitivamente il patrimonio di qualità e biodiversità dei grani italiani che rappresenta il un  valore aggiunto della produzione nazionale.”L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta che può vantare eccellenze anche in Molise, che assume un’importanza rilevante data l’elevata superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari per oltre 4,9 milioni di tonnellate di produzione che si concentra nell’Italia meridionale in contemporanea nelle regioni: Molise, Sicilia, Basilicata e Puglia. Intanto il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha dichiarato che “si sono ottenuti i primi risultati ma la guerra del grano continua per dare dignità al lavoro nei campi perché è inaccettabile che oggi occorra produrre cinque chili di grano per permettersi una tazzina di caffe’”.
Così il presidente della Coldiretti a conclusione della manifestazione, cui hanno preso parte oltre cento molisani, nel commentare positivamente l’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Il titolare del dicastero ha tra l’altro: preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una contrattualistica piu’ trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano. E' anche necessario - conclude Moncalvo - estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.