In Italia oltre 9 comuni su 10 (il 93,9% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici e della sottrazione di terreno agricolo capace di assorbire l’acqua.
Negli ultimi 50 anni, spiega l’Organizzazione, in Italia è scomparsa quasi un terzo di superficie agricola utilizzabile che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili.
Stando ai dati del Rapporto del 2022 sul consumo di suolo, pubblicato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), il Molise presenta il valore più alto, in termini di consumo di suolo pro capite rispetto alle regioni italiane, ovvero 578 m2/ab, quasi 200 m2 in più rispetto al valore nazionale che si attesta su 359 m2/ab.
“Una situazione – afferma il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – che ci impone di difendere il nostro patrimonio agricolo e la nostra disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne, difendendo i nostri terreni da ogni consumo irresponsabile come ad esempio la proliferazione indiscriminata di campi fotovoltaici a terra. Un rischio da sempre denunciato da Coldiretti che nei mesi scorsi, tramite il movimento giovanile della nostra Organizzazione, Coldiretti Giovani Impresa, ha promosso una raccolta firme per dire si al fotovoltaico senza il consumo di suolo agricolo”.
La perdita di terra fertile, avverte Coldiretti, non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari poiché il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non consente l’assorbimento di milioni di metri cubi di acqua piovana che scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico, aggravato dai cambiamenti climatici.
“Una situazione – osserva il Direttore di Coldiretti - che in una regione come il Molise, caratterizzata da un altissimo rischio di dissesto idrogeologico, specie nelle aree interne e montane, rende ancor più difficile il lavoro degli imprenditori agricoli e zootecnici e aggrava il triste fenomeno dell’abbandono delle campagne.
“Come Coldiretti – aggiunge il Direttore Ascolese – riteniamo che occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, attesa da quasi un decennio, e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”, sottolineando che “è comunque positiva la scelta del Governo di investire nella manovra sul ‘Fondo per il contrasto al consumo di suolo’, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra”.
“Infine – suggerisce Ascolese - sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve, per gestire gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli agricoltori – conclude Ascolese - sono pronti ad incrementare le coltivazioni, in modo da difendere la capacità produttiva nazionale e la sovranità alimentare del Paese, messa a rischio dalla guerra in Ucraina, dalla speculazione internazionale e dal clima che nel 2022 ha causato oltre 6 miliardi euro di danni alle coltivazioni; questo però a patto che si creino le giuste condizioni per le aziende”.