9 Marzo 2012
COLDIRETTI MOLISE PLAUDE A DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE A TUTELA DEL VERO ‘MADE IN ITALY’

IL PRESIDENTE DE ANGELIS, FINORA OTTENUTO IL SOSTEGNO DI PIU’ DEL 50 % DEI COMUNI DEL MOLISE
IL DIRETTORE MILO, OGNI GIORNO SI SFRUTTA INDEBITAMENTE L’IMMAGINE DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO  
La Coldiretti Molise plaude alla presa di posizione della Giunta regionale che si è schierata a difesa del ‘Made in Italy’ agroalimentare. Raccogliendo l’invito lanciato della Coldiretti lo scorso novembre, l’Esecutivo regionale ha infatti approvato una Delibera di Giunta mirante a tutelare l’identità di ciò che viene prodotto in Italia esclusivamente con materie prime nazionali. Così, dopo l’appoggio ottenuto da oltre la metà dei Comuni del Molise, dalla  Provincia di Campobasso e dalle due Camere di Commercio di Campobasso ed Isernia, la Coldiretti ha incassato anche il sostegno dell’esecutivo regionale.

“Ci preme, per questo – ha affermato il presidente regionale della Coldiretti, Amodio De Angelis – ringraziare l’assessore all’Agricoltura Angiolina Fusco Perrella che, mostrandosi subito sensibile ai problemi che da tempo attanagliano il settore agroalimentare anche nella nostra regione, si è fatta portavoce della nostra proposta portandola all’attenzione del Governo regionale che, a sua volta, ha espresso il proprio appoggio all’iniziativa”.

“Il rischio maggiore che corrono le nostre produzioni – ha spiegato il presidente De Angelis – riguarda il fenomeno del cosiddetto ‘italian sounding’. E’ questa – ha precisato – una pratica sempre più diffusa che, sfruttando nomi italiani consente di mettere in commercio, in tutto il mondo, alimenti che non solo non vengono prodotti in Italia ma che non sono fatti nemmeno con materie prime nazionali. Ciò – ha aggiunto De Angelis – comporta la messa a segno di un doppio ‘furto’ di identità e immagine a danno del vero ‘Made in Italy’”.

“Ciò – ha aggiunto il direttore regionale della Coldiretti, Angelo Milo – agevola la produzione e la vendita di cibi che utilizzano materie prime e lavoro stranieri, sfruttando indebitamente l’immagine di prestigio dei territori italiani, costruita nel tempo dai nostri imprenditori agricoli, e per giunta senza fornire al consumatore le dovute garanzie di qualità e genuinità di cui il ‘Made in Italy’ è da sempre portabandiera”.

Ufficio Stampa e Comunicazione