16 Ottobre 2013
LE PROSPETTIVE DELLA FILIERA LATTIERO-CASEARIA IN MOLISE

 La prima metà del 2013 è stata caratterizzata da una generalizzata contrazione dell’offerta di latte e derivati a livello mondiale. La produzione di latte nella Unione Europea a 27 Stati, dovrebbe rimanere stabile nel 2013, nonostante l’ulteriore disponibilità dell’1% in termini di quota per la campagna in atto. Nei primi quattro mesi del 2013 le consegne di latte si sono ridotte di quasi il 3%, ed è atteso un recupero nella seconda parte dell’anno sotto la spinta di prezzi alla stalla auspicabilmente più stimolanti. Parte da questi dati oggettivi la Coldiretti Molise per denunciare una situazione critica della filiera lattiero-casearia molisana. Secondo quanto evidenzia Coldiretti Molise, nella nostra regione solo in alcuni particolari casi i caseifici riescono a garantire agli allevatori zootecnici un prezzo del latte remunerativo, spesso il prezzo del latte alla stalla va, addirittura, al di sotto dei costi di produzione. Gli allevamenti del Molise, di piccole dimensioni, in zone montane o collinari, con una alimentazione prevalentemente autoprodotta in azienda, se danno latte di buona qualità, sopportano maggiori costi di produzione. Non avendo prodotti caseari tipici certificati, essendo i prodotti tradizionali del Molise ottimi ma privi di riconoscimento DOP, le industrie casearie regionali, invece di qualificarsi con un sistema di tracciabilità che garantisca la provenienza e la qualità del latte utilizzato, continuano a competere sul mercato limando  a ribasso i prezzi e contraendo il costo delle materie utilizzate. Il risultato è che da anni si sta strozzando la zootecnia molisana e la maggior parte del latte di qualità prodotto in Molise viene venduto fuori regione, mentre le industrie casearie molisane spesso si forniscono da fuori regione e/o fuori nazione di latte a basso prezzo, ma anche di “semilavorati” d’importazione. Il consumatore più attento tende, quindi, a rivolgersi, ove ne ha la possibilità, ai piccoli caseifici di aziende agricole, che trasformano il latte della propria stalla e vendono i formaggi direttamente nello spaccio aziendale o attraverso i canali di Campagna Amica di Coldiretti. L’urgenza di consolidare la filiera lattiero-casearia, di qualificarla attraverso un sistema di certificazione che tracci la provenienza del latte utilizzato, sostiene la Coldiretti Molise, è oggi più che mai necessario, anche in considerazione della fine del regime delle quote latte, fissata da aprile 2015. Infatti, evidenzia la maggiore Organizzazione Agricola, le strategie delle grandi industrie del settore si stanno già attrezzando. Il progetto “Granmanze” di Granarolo, sul quale la Coldiretti Molise auspica di poter avere dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura compiuta documentazione per poter valutarne il suo impatto sul territorio e sul sistema produttivo molisano, denota comunque una operazione ben precisa: aumentare la capacità produttiva delle mega-stalle del nord. Infatti, demandando l’onere della crescita delle vitelle, nei primi due anni di vita non produttivi ai fini della lattazione, le grandi stalle del nord, che hanno difficoltà ad accrescere i loro stabilimenti per limiti di sopportabilità dell’impatto sul territorio, libereranno immediatamente box in stalla, ed al posto delle vitelline, inviate in Molise, metteranno vacche già in lattazione, aumentando immediatamente la propria produzione di latte, ed indirettamente di formaggi e latticini industriali, che faranno diretta concorrenza, forti di grandi economie di scale, anche ai prodotti non certificati del Molise. Coldiretti Molise e gli allevatori sono pronti al dialogo costruttivo, per una strategia comune con i caseari molisani, che qualifichi la produzione regionale e garantisca il consumatore.